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La nascita delle prime civiltà complesse (IV millennio avanti Cristo) e il conseguente sviluppo delle attività produttive e commerciali, favorirono la creazione di sistemi contabili adeguati alle nuove dinamiche economiche e sociali. L'intensificarsi degli scambi, basati prevalentemente sul baratto, spinse i mercanti a verificare continuamente (mediante appositi prospetti) i movimenti e le giacenze di prodotti agricoli e artigianali. Anche le amministrazioni statali, ancora allo stadio embrionale, controllavano meticolosamente il livello delle scorte alimentari contenute nei magazzini pubblici, il numero dei capi di bestiame, l'entità del prelievo tributario, ecc... Con il trascorrere dei secoli tali pratiche, concepite dall'antico popolo di Sumer, si diffusero su buona parte del mondo antico, fino a raggiungere le principali culture del Mediterraneo. I greci e i romani migliorarono le tecniche di rilevazione quantitativa, adattandole al proprio sistema economico-finanziario, notevolmente articolato e progredito. Il presente volume, oltre a descrivere le origini e l'evoluzione della contabilità nel corso dell'età antica, propone un modello ipotetico di bilancio dell'impero romano, formulato grazie ai contributi conoscitivi delle fonti classiche e delle recenti scoperte archeologiche.